Tempo di lettura stimato: 2 minuti
Il Tribunale di Bari, con la recentissima sentenza del 15 aprile 2021, ha finalmente riconosciuto il diritto dei tanti risparmiatori traditi dalla condotta illecita delle loro ex “fidate” banche.
Nonostante le banche popolari si caratterizzino per essere istituti di prossimità, vicine alle famiglie e ai risparmiatori, a pagare le spese di anni di cattiva gestione sono stati di milioni di investitori non professionali che (a volte persino su consiglio della Banca), hanno investito inconsapevolmente i risparmi di una vita in titoli azionari ad alto rischio.
Difatti, proprio a causa di una perdurante ed irrefrenabile mala gestio, molte banche, in evidente conflitto di interessi, hanno indotto i propri clienti ad acquistare titoli “illiquidi” – azioni, obbligazioni convertibili in azioni o altri derivati – con elevata difficoltà di smobilizzo; azioni e titoli che hanno un valore virtuale ma che nessuno comprerebbe mai.
Eppure, la legge pone a carico dell’intermediario finanziario che proponga servizi di investimento, specifici ed inderogabili obblighi informativi, a maggior ragione nel caso in cui si provveda al collocamento o alla negoziazione di titoli azionari, non quotati su mercati regolamentati o considerati equivalenti dalla disciplina MIFID.
Violati gli obblighi di trasparenza ed informazione imposti tanto all’emittente quanto all’intermediario dei prodotti finanziari, i risparmiatori si sono ritrovati, loro malgrado, in possesso di titoli azionari deteriorati, tossici ed invendibili per l’assenza di contrattazione.
Infatti, su questo mercato non regolamentato nel quale sono trattate le azioni delle Banche Popolari o delle banche di credito cooperativo non c’è transazione: il prezzo base era deciso non dal mercato bensì dall’assemblea o dal CdA, dunque trattasi di un prezzo solo virtuale poiché non c’era nessuno effettivamente disposto a comprarle.
Dinanzi all’incalzante preoccupazione di non poter recuperare le somme investite, migliaia di risparmiatori hanno avviato contenziosi nei confronti delle Banche.
Recentissima è la sentenza del Tribunale di Bari (15 aprile 2021) che in accoglimento della domanda dell’attore (inesperto azionista), ha disposto la risoluzione degli ordini di acquisto delle azioni vendute dalla Banca Popolare di Bari nella duplice veste di emittente ed intermediario, proprio in ragione del grave inadempimento degli obblighi informativi posti a carico del prestatore di servizi di investimento, ed ha condannato la Banca all’integrale restituzione del capitale investito.
Dunque, una nuova conquista per i tanti investitori che hanno il diritto di ottenere un ristoro per gli ingenti danni patiti.